(Steamhammer / SPV) Il ritorno, l’ennesimo. La riconferma, come sempre e un valore che pochi gli riconoscono e che non è quanto meriterebbero; gli Anvil dopo due anni pubblicano un nuovo album e la proposta ha sempre la stessa solidità dell’incudine, loro eterno simbolo. Cari amici degli Anvil questo “Hope in Hell” merita l’attenzione di noi tutti. Perché è registrato benissimo, perché ha distorsioni armoniose e ruggenti, perché ha canzoni piacevoli. Il basso del neoentrato Sal Italiano scandisce e fluisce nei tempi di batteria di Robb Reiner con assoluta disinvoltura e aiuta a creare un muro sonoro solido ma non imponente, perché gli Anvil sono solidi come l’incudine, ma hanno una musicalità spiccata. Tutto come sempre. Anche la voce di Mr. Kudlow è sana, tradizionale, verrebbe da dire di “altri tempi”, ma sempre in grado di caratterizzare questo temporale che diventa un concerto armonioso. L’opener e title track dell’album entra con sinuosa e inesorabile maestria, il resto è una cavalcata senza pari, con “Eat Your Words”, minacciosa, impetuosa, virulenta, con un riff a metà tra un rock ‘n roll bastardizzato e incline allo speed metal. “Through With You” è pericolosamente incollata nel refrain portante a “Smoke On the Water”, ne da l’illusione di essere una diretta discendente, ma in realtà sono gli Anvil e nel tessuto del pezzo si sente e non ci sono clamorose cadute di stile. Ho citato i primi tre pezzi, quelli che spingerebbero chiunque a inoltrarsi nell’ascolto di un album che sinceramente ha lo spettro del passato, ovvero la maestria di musicisti dalla pelle dura, ma suona pulito, scorrevole e senza increspature. Nessuna sorpresa, sono gli Anvil. Dunque brani che sanno essere potenti, alcuni fruibili, quasi a guardare verso un hard rock ossuto, vedi “Pay to Tall”, oppure dannatamente Anvil nel loro essere e proporsi. In “Hope in Hell” il tempo si ferma, la tradizione rinasce e si ripete e la musica scorre fuori con il solito impeto, entusiasmando come sempre gli Anvil hanno saputo fare in oltre trant’anni.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10