(Inverse Records) Ottimo debutto per i Finlandesi AOV, quintetto nato a Helsinki nel 2011 e autore di un thrash metal che pesca a piene mani dalla tradizione, aggiornandola con soluzioni moderne e una produzione molto corposa, fondendo efficacemente la scuola Americana (Testament, Exodus) con quella Svedese (At The Gates, The Haunted, Hatesphere). L’album contiene dieci songs senza fronzoli, potenti e dirette, con ottimi riffs, una sezione ritmica poderosa e una voce gutturale e aggressiva, ottima dal punto di vista esecutivo, ma abbastanza simile a molte altre. Il difetto principale di buona parte delle thrash metal bands scandinave è proprio nell’utilizzare vocals tra il growl e lo stile di Phil Anselmo, rischiando di renderle troppo simili da questo punto di vista. Nonostante ciò l’album scorre via spedito, con tutti i brani coinvolgenti, dove si susseguono ritmiche serrate e rallentamenti da headbanging sfrenato. L’opener “Crack Of Dawn” parte con un riff velocissimo e blast beats, con diversi stop and go. Altro pezzo esaltante è “Vicious Circle”, dominato da buone soluzioni ritmiche e quei classici cori thrash anni ’80 nel ritornello. “Blackout”, se non fosse per la voce parrebbe uscito dal song book degli Exodus: riffing assassino, parti mosh e ancora cori old school, presenti anche nella title track, brano lineare ma efficace. Certamente gli AOV non hanno inventato niente di nuovo: le influenze sono evidente ma ben amalgamate, per brani che faranno la felicità degli amanti del thrash, sia quello vecchia scuola che moderno.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10