(Terror From Hell Records) Terzo album per Aphonic Threnody, formazione internazionale ma con base in Inghilterra. Il loro funeral doom, come da copione è estremamente malinconico, lento ed oppressivo. Atmosfere dense, nebbiose dalle quali non traspare il minimo raggio di luce messe in musica attraverso composizioni molto lunghe e claustrofobiche, ma paradossalmente dinamiche allo stesso tempo. Nonostante la componente funeral sia marcata, emergono prepotenti atmosfere alla My Dying Bride, con partiture lente ma rabbiose, seppur prive della componente marcatamente teatrale della band inglese. “Life Stabbed Me Once Again” è il brano più breve (si fa per dire, visto che passa gli otto minuti e mezzo) ed immediato del lotto, con riffs corposi e potenti, mentre “All I’ve Loved” vede come guest Soph Day, voce femminile degli Alunah che duetta con il bravo Roberto Mura creando un contrasto davvero suggestivo. “Lies” è invece il pezzo più lungo, nel quale troviamo parti di piano, riffs potentissimi e pesanti, chitarre acustiche e clean vocals. L’album dura un’ora e un quarto, eppure nonostante l’incedere lento e la lunga durata, il tempo sembra volare, grazie ad un songwriting ispirato e variegato.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10