(Despotz Records) Oltre a macinare tanto power e metallo classico, sono anche un grande appassionato di folk medievale, Mittelalter Rock e affini: e devo dirvi che gli Apocalypse Orchestra mi hanno colpito fin dal primo ascolto per la maturità e la bellezza della loro proposta. Gli svedesi, qui all’esordio, mettono su un doom/folk che ricrea con maestria le atmosfere di una età di mezzo dolente e magica, oscura e inquietante, senza mai veramente cedere ai cliché dei due generi. “The Garden of earthly Delights” è un inizio magistrale: una lunga intro in crescendo affidata ai soli strumenti tradizionali, l’ingresso della controparte elettrica a ripetere la melodia, quindi la parte cantata, con il suo fascino doomish che ricorda i Cathedral (e non solo nel titolo). Ritmata e oscura “Pyre”, una sorta di pesante canto di Chiesa che si apre improvvisamente alla melodia nel finale. “Flagellant’s Song” incorpora la celebre ‘Stella Splendens’, vera e propria hit del XIV secolo; interessante notare come la plumbea lettura degli AO sia accattivante, nonostante apparentemente poco adatta allo spirito originario della canzone. Solenne e pienamente medievale “The great Mortality”, mentre la suite conclusiva “Here be Monsters” ha i propri punti di forza nei cori ‘magici’ e nella parte parlata, incredibilmente evocativa e fumosa. Un disco bello dall’inizio alla fine, che va certamente oltre i ristretti limiti di genere.
(René Urkus) Voto: 8/10