(Century Media Records) Che disco! Si può spettegolare sugli Arch Enemy e sulla loro provocante front woman per ore, per giorni… si possono fare confronti con la decina di dischi precedenti o con la performance della precedente vocalist. Si può discutere sul fatto che siano passati cinque anni dal precedente “Will to Power” (recensione qui) e che nel frattempo, tour permettendo prima dell’era pandemica, sia uscita solo una compilation di cover (qui); ma basta premere play con questo “Deceivers” per dimenticare ogni cosa e lasciarsi andare ad un flusso musicale poderoso, con brani tutti catchy, pulsanti, con una Alissa che regala una performance mostruosa, mentre i suoi compagni d’armi mettono in piedi riff glaciali, assoli micidiali, break down assassini… il tutto con quel tocco di elettronica perfettamente azzeccato, verso una immensa nebulosa fatta melodia, di malinconia furiosa e di travolgente musicalità. Dal vivo sarà pericolosa la tuonante opener “Handshake With Hell”, pezzo con una Alissa che non perdona, dimostrando ancora una volta la sua versatilità nel passare da un growl furibondo ad un clean che trovo dannatamente sexy! Riff incalzante e refrain pungente per l’ottima ”Deceiver, Deceiver”, una headbanger di prim’ordine che riesce a mescolare tendenze epiche ad aperture di matrice thrash. Si parla di headbanging? Allora ”In The Eye Of The Storm” rifiuta ogni forma di pietà per la cervicale, mentre ”The Watcher” si occupa con cura della devastazione del resto delle ossa, pure offrendo una parentesi melodica semplicemente eccitante. Cadenzata ed oscura, trascinante e pulsante ”Poisoned Arrow”, un altro brano che farà tremare le arene, mentre emerge quell’irresistibile sound scandinavo dall’oscurità remotamente epica di ”Spreading Black Wings”. Finale introdotto dall’atmosfera della parentesi rappresentata da ”Mourning Star”, per poi lasciarsi andare al metal rocambolesco ma ricercato di ”One Last Time”, prima della malinconica e conclusiva ”Exiled From Earth”. Album monumentale, ricco, potente, seducente, maestoso: ovviamente caratterizzato da una produzione stellare. Un album che inneggia ad metal moderno ma, alla fine, torna alle radici: riff laceranti, linee vocali immense, divagazioni suggestive ed assoli incisivi!
(Luca Zakk) Voto: 9/10