(Prophecy Productions) Se avete un nemico dentro (di voi) o lo affrontate oppure tentate di non dargli le spalle, di stragli sopra o distanti. Qualcosa del genere fa Gianluca Divirgilio (Arctic Plateau è un progetto solista) con questo nuovo album. Il titolo parla appunto di un nemico, ma la musica, pur comunicando emozioni decise, suona con note melodiose, viaggianti, atmosferiche. E’ un lavoro intimista, nel senso che nell’ascolto ti induce ad ascoltarti dentro. Cosa? Le emozioni, probabilmente. Quelle che noi tutti abbiamo ogni giorno, in ogni istante della nostra vita. Autore di un post rock cadente (shoegaze, verrebbe da dire) e ridotto all’osso, dove la chitarra scansiona accordi ripetendoli in continuo crescendo, dove arpeggi sinuosi trillano come il luccichio della luce sui corsi d’acqua. Pochi ascolti e ci si educa immediatamente allo stile della chitarra di Divirgilio. Si costruiscono atmosfere, più che canzoni in “The Enemy Inside”. Canzoni vere sono “Abuse”, che in se ha i primi Verve, la title track (dove a cantare è il bravo Carmelo Orlando, dei Novembre), “Big Fake Brother”, “Loss and Love” (con Fursy Teysser dei Les Discrets). Attenzione alla inquietante “Catarctic Cartoons” e all’epica “Trentasette”: due esempi delle situazioni d’atmosfera delle quali si diceva. C’è qualche canzone sotto tono rispetto al buon livello generale, ma la riflessione più stuzzicante, nei confrnti dell’autore, è quanto sarebbe interessante ascoltare la musica di Arctic Plateau con una voce dal timbro più intenso. “The Enemy Inside” porta a levitare su se stessi e spiare quel nemico del quale si parlava all’inizio.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10