(Cruz del Sur/Audioglobe) Americani, al terzo disco (ma dobbiamo contare anche qualche ep e un dvd live), gli Argus ci presentano attraverso la Cruz del Sur il loro godibile heavy/doom metal di sostanza e d’impatto. “By Endurace we conquer” si apre su chitarre epiche che lasciano rapidamente il posto a un doom dai toni moderni (dove ‘moderno’ significa fine anni ’90); molto apprezzabile l’interpretazione vocale aggressiva, tanto diversa dai toni dimessi soliti del genere, del singer Butch Balich. “The Hands of Time are bleeding” brilla per i suoni molto secchi di batteria e per quelli invece acidissimi delle chitarre; “Trinity” include la celebre frase “I am become Death, the Destroyer of Worlds” pronunciate da Robert Oppenheimer, creatore della bomba atomica. “The Coward’s Path”, con i suoi sette plumbei minuti, vira verso i classici toni alla Black Sabbath; forse il pezzo migliore di tutta la scaletta è la titletrack strumentale, con suoni ancora più marziali e tuonanti. “Beyond the Martyrs” non sarà il disco doom dell’anno, ma fa la sua bella figura.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10