(Sliptrick Records) La Sliptrick Records ha deciso di pubblicare anche in Europa Occidentale il 13° album degli Aria, probabilmente la prima band heavy metal della Grande Madre Russia: scelta coraggiosa, perché il cantato in lingua demoralizza tutti gli ascoltatori meno entusiasti. Per coloro che supereranno questo ostacolo abbiamo un buon disco di heavy metal tradizionale, talora contaminato da influenze NWOBHM, altre da accenni hard’n’heavy, per undici brani che raggiungono anche lunghezze considerevoli. “Race for Glory” è un brano solido che collocherei in ambito heavy/prog; “Lucifer” ha un approccio hard’n’heavy che, se non fosse per le chitarre molto grasse, farebbe pensare anche all’immortale Dio. “Let it be” è una power ballad in crescendo che, nella sezione strumentale, infila una chitarra sabbathiana che veramente non c’entra nulla; la lunga “Alive” è un prog rock dinoccolato e adulto con bei fraseggi chitarristici. “Kill the Dragon” incorpora elementi blueseggianti, mentre “From Sunset to Sunrise” torna a un heavy metal ottantiano, grasso e ruggente. L’album si chiude con i dodici minuti della titlerack, sviluppata su un crescendo scalare che prevede anche diversi rallentamenti (…proprio come le onde del mare?). “Curse of the Seas” ha dei buoni momenti, forse l’insieme è un po’ troppo lungo.
(René Urkus) Voto: 7/10