(Antiq Label) Questo ‘Alba Nera’ è il primo lavoro presentato dagli Arkaist, nati a Rennes pochi anni fa. La band include i promotori di questo progetto black metal, Beobachten e Maeror, infine Gwenc’hlann An Teñval e Cryptic, ovvero elementi di varie formazioni black metal underground di Francia, tra le quali Azgarath e Oroborus. Sotto l’insegna della magistrale Antiq, Arkaist pubblicano un esempio graffiante di ‘true and raw black metal’. Maeor è la voce e si associa con la sua chitarra ritmica a quella di Beobachten, chitarra solista ma anche basso e sintetizzatori. Entrambi sono gli autori del materiale e Gwenc’hlann An Teñval è al basso e cori, con Cryptic dunque alla batteria. Si apprezza il guitarworking abbinato a manti di sintetizzatori che rendono tutto epico e tagliente insieme. “Prophète du Sang” è uno dei pezzi più adatti a rendere l’idea di come gli Arkaist creino un wall of sound, attraverso riff cangianti, feroci e con una base ritmica tellurica, possente. Le radici di questo sound sono dunque radicate nel terreno infernale del black metal e in ogni composizione il quartetto lo esprime con foga e attraverso arrangiamenti che aprono a nuovi temi melodici. Forse la title track ed opener è tra i pezzi più feroci e distruttivi. In “Ode à la Haine” tutto suona come un terremoto e con Cryptic in uno stato di grazia, poi “Terre Ancestrale” con il suo incipit pagan-viking e un seguito chitarristico e melodico nel quale gli Arkaist ricamano riff e atmosfere ben modulate in low-tempo. Il significato dell’uomo in una società che frana, il guardarsi dentro per elevarsi rispetto a questo degrado e correggere i propri difetti per elevarsi. Insomma, misantropia, la forza dell’individuo – con uno dei pezzi che si intitola proprio “Anachorète”, appunto una persona che si allontana dal mondo e dai propri tormenti interiori e diventare virtuoso – sono argomenti tipici del black metal della prima ora. Jung, Nietszche, le fiabe, tutto pensato ad arte e in francese, per queste liriche aderenti a un black metal degno di nota.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10