(Crime Records) Bella prova quella dei norvegesi Arkentype, che un disco breve ma intenso mescolano prog classico, prog moderno (quello che qualcuno chiama extreme prog o prog/death) e qualche accenno di post metal in un pastiche sonoro intrigante e innovativo, ma fruibile anche dai ‘conservatori metallici’ come me. Dopo una intro completamente fuori scala, che sarebbe stata bene in un disco folk metal, “Ashes and Dirt” investe l’ascoltatore con suoni durissimi fra Symphony X, Pain of Salvation e The Ocean, mentre i passaggi ‘puliti’ hanno un fascino spaziale. Ancora atmosfere space/post con voce femminile, sempre interrotte da prog violento, per l’ammaliante “Welcome to my World”; addirittura avantgarde la fine di “Who we are”. “Time Collapse” ha delle chitarre così dure che sembrano, in alcuni passaggi del brano, scariche di mitragliatrice; tre minuti di puro post metal strumentale con “Akire”, quindi la titletrack chiude il cerchio tornando alle atmosfere extreme prog d’apertura. 36 minuti cangianti che trasudano classe e bravura.
(René Urkus) Voto: 7,5/10