(Debemur Morti Productions) Intensi, eclettici, possenti, malvagi. I polacchi Arkona tornano con il loro settimo sigillo, il quale è un concentrato di male, di rabbia, di potenza sonora, con poderose orchestrazioni cinematografiche che emergono per intensificare un pulsante senso apocalittico. Melodici ma anche selvaggi, un suono intenso e curato, ma anche viscerale e lacerante; improvvisi cambi emanano un profumo progressivo, per poi tornare ad una furia cieca che esalta il loro black metal moderno, creando un ponte di connessione tra il sound di bands quali Mgła, il blackned death ed il symphonic black. “Stellar Inferno” non prende prigionieri: violenta, efferata, spudorata, veloce… ma anche deliziosamente melodica nella seconda suggestiva parte. Intense le keys di “Alone Among Wolves”, un brano che mantiene l’identità della band guardando con perversione al black sinfonico dei primi anni ’90, ma lasciandosi andare ad una parentesi dal sapore atmosferico. Epica e drammatica la title track, spietata e molto allettante “Deathskull Mystherium”, forse il miglior pezzo del disco, gusto alternativo con “Towards the Dark”, mentre la conclusiva “Grand Manifest of Death” riesce a nascondere remote idee industrial in un riffing d’assalto ricco di dettagli tecnici. Negli anni gli Arkona non si sono mai veramente evoluti, hanno sempre pensato di migliorare un concetto di base già presente all’esordio, accontentando chi non ama gli stravolgimenti, ma forse annoiando quelli che si aspettano una svolta epocale che resti coinvolgente ed originale. Resta il fatto che “Age Of Capricorn” è un gran bel disco, pregno di oscurità ed aggressività, ma anche dell’inconfondibile firma della mente creativa della band, ovvero Khorzon, l’unico membro fisso dalle origini fino ad ora.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10