(Debemur Morti Productions) Quando “Pandora” apre l’album, anzi lo scoperchia, ne esce fuori un flusso sonoro che ricorda abbastanza il black metal di metà anni ’90. I polacchi Arkona infondono principi melodici solidi e duffusi per l’interezza di “Stella Pandora” ma suonando con quelle sfuriate percorse appunto da linee melodiche epiche quanto oscure. A ciò si inseriscono rallentamenti improvvisi, oppure andature in mid-tempo che danno respiro e variazioni sostanziali ai pezzi stessi. Un suonare che sviluppa melodie continue ma d’impatto, come venti gelidi improvvisi che soffiano su terre ostili e selvagge. Gli Arkona optano per principi di arrangiamento moderni e vecchia scuola, con suoni piuttosto puliti, attraverso una sapiente produzione che somma tutti gli strumenti per creare una coesione tra di loro. Si distinguano i sintetizzatori che ampliano le maglie sonore e lo stesso basso di Drac, anche voce, ne guadagna in lucentezza e contribuendo così a rendere il tutto meno piatto. “Stella Pandora” è un lavoro gradevole nella sua resa, tipicamente black metal con principi non distanti dal symphonic, pur non essendolo del tutto, e atmospheric, pur non indugiando in questa variante del genere. Tuttavia si percepisce un grado di oscurità nettamente inferiore rispetto a “Age Of Capricorn”, il precedente album del 2019. È passato del tempo e di fatto rispetto ad allora c’è un nuovo chitarrista nella coppia alle sei corde.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10