(Pitch Black) Presentati dall’etichetta come la più longeva delle band cipriote, gli Armageddon hanno effettivamente una storia di quasi 30 anni, ma questo è solamente il loro debut full-length. E si sente bene che la formazione viene da quel periodo in cui non c’erano tutti i sottogeneri di oggi: il loro sound spazia allegramente fra vari generi classici, e “Sundown on Humanity” piacerà quindi soprattutto ai defenders più anzianotti. “Human Sundown” ci svela un sound dove si mescolano armonicamente, come si diceva, partiture vagamente thrash ed elementi tipici del power (come i cori imponenti): rivivono echi dei Metal Church, ma anche classicamente priestiani. Trame possenti e pesanti in “Strange Dreams”, e “Fallen Angels and lost Souls” arriva quasi a tracciare linee doomy. I cori muscolari di “New Day will come” hanno addirittura qualcosa degli Helloween dei tempi che furono (anche “United” ha quell’old fashion del power metal primordiale), mentre “13-Seventh Eleven”, il pezzo più corposo, cede al fascino dell’epic metal mediterraneo, con qualche richiamo lontano al Bathory di “Nordland” e qualcuno vicino ai Doomsword o ai Battleroar. Dopo il solido inno “Heavy Metal”, la conclusiva “Icy Blackness” disegna nuovamente qualche linea epica. Un disco vario e convincente.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10