(Mystic Production) Ritorno poderoso dei polacchi Armagedon, quattro anni dopo “Death Then Nothing”. La band viene da un passato lontano, seconda metà anni ’80, poi un lungo iato dal 1994 in poi e nella seconda metà degli anni 2000 gli Armagedon hanno imbracciato di nuovo i loro strumenti per suonare un death metal muscolare e dinamico, come è tipico delle band polacche, ma con qualche ascendenza dei Morbid Angel (per alcune melodie altisonanti) e di qualche altra divinità americana, come i Suffocation. Influenze o meno, stili o ispirazioni che siano, gli Armagedon ci danno dentro con blast beat serrati (alla Cryptopsy, per intenderci) e continui, rinforzati spesso dal riffing che va a cadere nello stesso dinamismo del drumming. Non vengono meno però aperture, fraseggi e direzioni che evitino di creare un monotono blocco di pietra battuto da un martello pneumatico: appunto è quel dinamismo di cui sopra che definisce canzoni veloci, estreme, tiratissime, ma ricche di rifiniture che permettono ai pezzi di riuscire a differenziarsi tra di loro. Gli Armagedon restano comunque una band che asfalta tutto e con un precisione considerevole, concedendosi però alcune linee melodiche poderose, solenni, cattive e che per l’ascoltatore sono momenti di respiro, pur incassando allo stesso tempo colpi violentissimi. Non è un album superiore al precedente, per stile e idee “Thanatology”, ma quanto meno è una conferma del valore di questa band.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10