(Signal Rex) C’è qualcosa di sexy nel black spietato e devastante dei portoghesi Armnatt, i quali sono tanto grezzi e old school da rivelarsi quasi… innovativi, sicuramente fottutamenrte catchy, sempre maledettamente coinvolgenti. Come per l’album del 2020 “Dense Fog” (recensione qui), il nuovo “Immortal Nature” manifesta la travolgente malvagità che domina il sound di questo oscuro trio… mentre questi dieci brani, poco più di mezzora, altro non fanno che confermare quel voler essere estremi in maniera intelligente, in forma suggestiva, rispolverando sonorità antiche, come quelle dei primissimi Sodom. È il loro quarto passo dentro il vortice delle tenebre, il quarto album, un lavoro che non solo suggerisce le deviazioni psichiche della band… piuttosto le conferma, le esalta, assicurando all’ascoltatore un’esperienza d’altri tempi, fondamentalmente legata alle origini di qualsivoglia sonorità estrema. Brani come “Wilderness Domain” sono la sintesi di questo sound senza epoca, mentre la title track vuole celare –senza successo– ricercatezze ritmiche molto esaltanti. Selvaggia “Black Flame”, potente ed esaltante “Infinite Darkness”: un disco primitivo, radicale, selvaggio… eppur ricercato e penetrante in forma indicibilmente perversa. Black metal originale, ancestrale, legato all’antichità di questo sound, il quale, forse non avrebbe mai dovuto evolversi verso una qualsivoglia moderna diramazione.

(Luca Zakk) Voto: 8/10