(Pitch Black Records) Sempre più addentro nella cultura ellenica a 360°, i ciprioti Arrayan Path restano una delle band più caratteristiche e originali della scena folk/power: stavolta i nostri richiamano fin dal titolo la più antica filosofia greca (l’Apeiron era, nel pensiero di Anassimandro, l’indistinto da cui sono provenute tutte le cose), mentre nel recente passato, con “Archenogoi”, ne avevano analizzato la mitologia. La titletrack del nuovo disco, l’ottavo della loro storia, ci offre tutti i caratteri così peculiari della musica di questa band, che suona – ma le definizioni le stanno strette – un power/prog dall’afflato spesso epico e sinfonico (ascoltate il potente finale), con ritmi e melodie che pescano sempre dal folk tradizionale ellenico. Epica e triste “Metamorphosis”; non ho i testi a disposizione, ma è facile immaginare come la drammatica e intensa “Virus” sia dedicata alla pandemia in corso. Chitarre durissime per “The Mourning Ghost”, c’è invece una atmosfera sacrale nella lunga e ritmata “The Cardinal Order”; si chiude con “Black Sails (The Nemean Ode)”, un brano rituale, caratterizzato da cori sacrali, stranianti, antichi. Un disco sui generis, forse non brillante come alcuni episodi passati, ma ben concepito, complesso, ‘carico’.
(René Urkus) Voto: 7,5/10