(Archaic Sound) La one man band Francese Ars Moriendi non delude mai. La complessità e la cura di questo dipinto dell’oscurità sono un’espressione emblematica di una profondità ed una ampiezza artistiche immense. Questo terzo lavoro infatti conferma un livello emozionale enorme, il quale riesce a trasmettersi perfettamente all’ascoltatore, installandosi nella mente, nei sentimenti, nelle percezioni. Queste cinque tracce sono arte, oscurità, dettagli e musica composta e suonata con immensa passione, assoluto gusto. Apre la lunghissima “De L’Intouchable Mort”: ritmiche dolci, sensuali, un pianoforte che marca accenti attraenti… ma anche molto orrore, tragedie, urla… e la liberazione verso un black a metà strada tra il cupo ed il sinfonico, con divagazioni, improvvisazioni, melodie… sempre al confine tra il genere oscuro, il prog e l’ambient. Dieci minuti intensi ed immensi, registrati molto bene, con tutti gli strumenti presenti ed evidenziati. Dieci minuti che abbandonano l’ascoltatore alla seguente “Vérité” carica di ritmo ma anche di una negatività che attinge da un death tecnico ed ancora una volta progressivo. A metà emerge una parentesi più scenografica, dove tematiche ambient coprono una ritmica delicata ma intensa, piena di accenti e suspance. “De Ma Dague…” è forse il capolavoro dell’album: ancora ritmica soffusa con costrutti melodici ed ambientali, un basso che disegna pennellate oscure su una tela candida, una evoluzione piena di oscurità trionfale, poi ancora melodia decadente, fughe verso la violenza, ritorno verso tematiche teatrali e prive di luce. “Ars Moriendi” alterna riflessione, divagazioni liturgiche e furia intensa, anche se sempre regolata da una precisione tecnica. Questo capolavoro chiude con un’altra traccia lunghissima (sono comunque tutte attorno ai nove/dieci minuti): “La Singulière Noirceur D’Un Astre” è un testamento sonoro che genera paura. Introdotta da una lunga session ambientale dove emergono suoni lontani, provenienti da inferi orribili, la canzone offre black e death arrangiati con sapienza, divaga su atmosfere delicate, intime, oscure, acustiche fino ad arrivare a progessive puro, dove assoli di chitarra e basso creano colori spenti ma intensi, prima di sfociare su una ambientazione cosmica che improvvisamente chiude con ulteriori momenti perversamente liturgici. Morte e sofferenza, decadenza e esplorazione di oscurità e subconscio: temi classici della musica estrema, scelti da Arsonist per il suo progetto, elaborati dall’artista stesso, esaltati dall’anima dell’artista e portati in una dimensione sonora travolgente e di assoluto impatto. L’oscurità è silenzio, è morte, è violenza, è rabbia, è atmosfera, è sofferenza: tutti questi fattori sono presenti in questo album e ciascuno di essi viene esaltato con una creatività musicale eccezionale.
(Luca Zakk) Voto: 9/10