(Vàn Records / Soulfood Distribution) Anticlericali, perversi, arrabiati, cruenti e mostruosi questi estremisti di Salisburgo. Suonano insieme solo dal 2021 eppure nonostante un approccio leggermente ruvido e underground, “Hiding Amongst Humans” non rappresenta qualcosa di scontato. Pestano ArsGoatia, si agganciano a un detah metal sfrenato, rude con impennate veloci che sforano nel black metal più approssimativo, come in “Slay Burn Immolate” dai toni non dissimili dai Belphegor, soprattutto però è un suonare volto al male, al mistero e certamente alle sfere più sulfuree che accerchiano il mondo. Poco più di mezz’ora e un suonare sorretto da pattern ritmici frenetici eppure tali da creare la giusta atmosfera anche nelle fasi lente o di quella macabra atmosfera che può sorgere in album dove le tematiche sono avverse alla luce divina. Sublime “When Heresy Repeats Itself”, con il suo incipit slayeriano, influssi doom metal in una partenza che seppure avanza attraverso un tempo lento, sfoga un riffing dannato, un tremolo ringhiante e ispirato dallo zolfo. A pensarci bene “When Heresy Repeats Itself”, è uno dei momenti ‘superiori’ di “Hiding Amongst Humans”. Sono 6’44’’, il brano più lungo del gruppo di pezzi, il secondo è di soli 12’’ inferiore, ovvero “Tyrant Of All Men” che chiude l’album in una maniera inattesa. La melodia d’atmosfera e tanto epica che si apre in questo pezzo e verso la sua sezione finale è impareggiabile e oltremodo è anche lontana dallo stesso death/black metal. In “Hiding Amongst Humans” si avverte l’opporsi alla morale comune, il volere cercare argomenti nel Demonioda parte dei ArsGoatia. Nella band si avvertono le influenze di band degli ultimi anni, più che dei classici e la cosa va fin troppo bene perché questi inviperiti di Salisburgo sono a loro agio, sono maledetti, sono antagonisti e con un’attitudine nel suonare vispa, volitiva. Il loro estremismo fatto di scatti nervosi e turpi fanno decollare il trasporto nell’ascoltatore. Ammesso che questi accetti il segno dell’esistenza del male.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10