(Ván Records) È un viaggio attraverso terre, culture e tempi quel che si manifesta ascoltando un album della band germanico-islandese Árstíðir lífsins. Questo quarto imponente lavoro tuttavia è ancor più simbolicamente vasto, in quanto sarà seguito dalla seconda parte prevista verso fine dell’anno, completando un introspettivo viaggio sulle orme del re norvegese Óláfr helgi Haraldsson degli inizi dell’undicesimo secolo, il tutto cantato in antico islandese seguendo le saghe vernacolari medioevali. Figura simbolica quella del personaggio attorno al quale si ambienta la saga: Ofaf II di Norvegia, anche denominato Rex Perpetuus Norvegiae (Re Perpetuo di Norvegia), fu uno degli attori della cristianizzazione delle terre nordiche, tanto da essere successivamente santificato dalla Santa Romana Chiesa (da cui l’attributo ‘helgi’). Ma questo re è anche simbolo dell’indipendenza e dell’orgoglio norvegese, pertanto -da qualsiasi punto di vista- è stato -e resta- un personaggio simbolico della cultura nordica, tanto da essere oggetto del concept di una band pagana come i grandiosi Árstíðir lífsins. Al di là delle ovviamente incomprensibili lyrics, questo album rappresenta tutta la epica potenza del personaggio, nel male (cristianesimo) e nel bene (gloria nordica) e la superlativa capacità compositiva del trio mette in mostra una teatralità sconvolgente, una effettiva rappresentazione moderna e musicale dell’evocativa forza narrativa delle antiche saghe. Blast beats, growl, canti corali, voci narranti, parentesi quasi liturgiche e occulte, sfuriate demoniache che fanno percepire la violenza delle battaglie, breakdown paurosi dalle raffinate espressioni tecniche che si avvicinano al progressivo, chitarre acustiche che dipingono atmosfere surreali, misteriose e ricche di accenti folk, melodie sublimi e riff massacranti. Qui il black metal si rivela in una delle sue massime espressioni: violento ed epico, legato alla terra di origine e alle sue gloriose vicende storiche, il tutto dando forma ad una atmosfera travolgente, avvolgente, coinvolgente: l’ascoltatore viene assorbito da questi da questi settanta minuti pregni di una immensità suggestiva irraggiungibile. Ogni brano, ogni passaggio, ogni settore dei brani non rappresentano più le tipiche suddivisioni di un’opera musicale, piuttosto sono la trasposizione sonora di versi, pagine, capitoli di un grandioso scritto storico, ricco di sopraffine arte retorica nella quale le parole diventano suoni, suoni che dipingono immagini, scenari, paesaggi ed ambientazioni dotate di incredibile senso realistico.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10