(Scarlet Records) Sono bravi, gli Artaius: lo dicevo già ai tempi del debut “The fifth Season” (recensito QUI) e lo ribadisco ora con questo “Torn Banners”, che presenta un sound ancora più ricco, originale e ‘contaminato’. Non provate a catalogare questa band nel ‘semplice’ filone pagan metal: “Seven Months”, infatti, miscela sapientemente folk, musica estrema, tastiere elettroniche e addirittura vocals operistiche! Una tempesta che si abbatte senza pietà sull’ascoltatore, stracolma di idee, appeal e velocità. “Daphne” ci trasporta in territori spesso frequentati dagli Eluveitie, ma sempre con quel tocco di keys spaziali in più; “Leviathan” è un impossibile gothic/avantgarde/folk metal (!), che necessita di cinque ascolti per essere assimilata e ‘capita’. Serratissima “Eternal Circle”, una canzone che è mantenuta al di qua della musica estrema soltanto (e ancora una volta) per le tastiere. Il protagonista di “The hidden Path” è uno splendido violino; “Pictures of Life” è invece una ballad dolce e avvolgente. “Pearls of Suffering” ha un pianoforte potente, ma anche quei giri quadrati che per i vecchi significano Running Wild, e per i nuovi Alestorm; non poteva mancare, in risposta ai trend del mercato, il brano in italiano, che risponde al nome di “Dualità”. In scaletta c’è anche spazio per un brano malinconico come “By Humans claimed” prima della titletrack, che chiude il disco pressappoco come era iniziato, forse con una punta di Suidakra in più. In mezzo alle nuove leve del Belpaese, sicuramente da considerare fra le più interessanti!
(René Urkus) Voto: 8/10