(My Graveyard/Masterpiece) Da buon defender of the faith conoscevo già i ferraresi Asgard: il loro debut “The Seal of Madness”, di due anni fa, aveva convincentemente impressionato l’ambiente old school, e mi chiedevo appunto se i nostri sarebbero stati capaci di confermare quanto ci avevano mostrato. La risposta è questo “Outworld”, che supera le più rosee aspettative e ci offre nove tracce ‘no compromise’ che piaceranno contemporaneamente a chi apprezza i Riot, a chi invece stravede per gli Exciter, e a chi non riesce a darsi pace per i casini degli Agent Steel. “Spirits” ci investe con un heavy/speed nel quale spicca la prestazione vocale di Federico Mazza, detto ‘Mace’, a proprio agio con toni altissimi e in grado di riempire con un acuto ogni momento del brano. Lo si vede ancora meglio con “The Interceptor” e il suo ritornello “Nowhere to run/Nowhere to hide”: un pezzo sparato a mille dove le chitarre non stanno ferme un secondo! Non vengono meno a queste caratteristiche la titletrack né la grintosa “Cyber Control”, e solo la conclusiva “Marry the Widow” presenta dei passaggi più lenti (che comunque si alternano a furiose accelerazioni). Da notare inoltre che anche i testi della band mostrano indubbie capacità e competenze: “Sound of Shadows” è dedicata nientemeno che alle tragiche vicende di Antigone, Creonte e dei ‘Sette a Tebe’, un tema della tragedia ellenica che (per quanto ne sappia) l’epic metal non ha ancora sfruttato, ma nel power/speed/thrash degli Asgard suona comunque una meraviglia. Da avere, sicuramente.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10