(Code 666) Difficile catalogare questo gruppo. All’inizio ci si trova un po’ spiazzati per via della struttura canzone praticamente assente… Poi un po’ alla volta si insinua nell’ascoltatore l’idea che forse la mancanza di metodo qui diventa il metodo. La voce è per la verità piuttosto amorfa ma devo dire che inserita nel contesto è forse l’unico elemento di normalità in una generale atmosfera senza contorni ben definiti. Il cantante recita più che cantare, è scattoso, nervoso e instabile come del resto tutti gli strumenti che si sviluppano attorno… Per il resto che dire, ogni strumento sembra prendere una propria tangente, l’ascoltatore è sempre messo in stato di attenzione chiedendosi dove si andrà a parare nel prossimo passaggio. Basso e batteria seguono o sono inseguiti, non si capisce bene, mentre la chitarra forse è lo strumento che più di tutti tiene un minimo di struttura nei brani. Seguono poi inserti sbilenchi di violini e basi varie per un disco che facilmente è catalogabile per esclusione. E’ infatti facile dire che cosa non è questa musica piuttosto che darle una connotazione inclusiva. Spiazzati? E’ proprio questo il senso, un disco completamente destrutturato come non ne sentivo da tempo, in cui probabilmente gli apprezzamenti migliori verranno da chi suona la musica piuttosto che da chi la ascolta. Frammentari.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10