(Mausoleum Records) Nonostante le origini thrash e death, la band tedesca mantiene l’indirizzo power/prog che con il tempo ha assunto, ed anche questa volta non tradisce le aspettative grazie ad un disco complesso, elaborato, con una durata importante (oltre l’ora) e livello di cura elevato. Concept album creato nel tradizionale stile che offre una band solida con vari cantati ospiti, ognuno dei quali interpretante un personaggio, una figura nella storia. Ed in questo caso gli invitati sono veramente interessanti: Mats Leven (ex Malmsteen e Therion), Carsten Kaiser (ex Angel Dust), Michael Bormann (ex Jaded Heart, Bonfire) e la bravissima Robin Beck. Sempre nell’impostazione della rock opera con invitati al seguito, ci sono pure tre chitarristi ospiti (Bernie Versailles, Markus Knubbe e Christian Riepert) e questo contribuisce, assieme ad una bella copertina, alla creazione di quella impressione -poi confermata- di essere davanti un lavoro speciale, pieno di fantasia, di sorprese, di evoluzione musicale. Come un libro del quale si può raccontare la trama, ma non certo esprimere le emozioni che si provano leggendolo, “Inside Of The Machine” è ricco di colpi di scena, di ritmiche sostenute, di tastiere elaborate, di vocalists che si avvicendano sempre seguendo un percorso avvincente, con canzoni ben composte, ben studiate e decisamente coinvolgenti. Maestoso il trionfale strumentale posto in apertura, che dura oltre i sei minuti. Ispirata e molto bella “I Am The Machine”, con un main riff decisamente grintoso, che ricorda i Judas Priest di “Painkiller” ma in un contesto progressivo, completo di tastiere ed ambientazioni relative, sempre accentato dalla stupenda voce di Mats. Bellissima anche “Love Between Heaven & Hell”, ricca di riff taglienti, esaltata dal duetto tra Michael e Robin, con una progressione irresistibile e notevoli ricami musicali che la classificano perfettamente ai confini tra prog e power. Potenza pura su “Betrayal”, un pezzo decisamente heavy metal, con Carsten che regala una voce cattiva, capace di ricordare Jorn Lande. Un occhio ad una proposta molto caratteristica ma certamente più apprezzabile da un pubblico vasto con “Ending Love”, dove la voce femminile è decisamente irresistibile. “Another Sacrifice” è melodica, in un certo senso dolce, ma la sua caratteristica distintiva è esaltare anche l’ascoltatore più esigente con un impressionante assolo di basso e pianoforte: un tocco di classe che dimostra fantasia ed elevate capacità sia compositive che esecutive. Altrettanto notevoli “Walk Alone” e “Eternal Silence”, mentre la conclusiva title track racchiude un riassunto di varie interpretazioni di metal, offrendo riff potentissimi, melodie sublimi, assoli curati, cambi di tempo e tema inaspettati e sconvolgenti. Un album fantastico, che si colloca con decisione sui territori occupati da Dream Theater, Ayreon, Queensryche e Avantasia. Oltre un’ora da godere, vivere, percepire. Un’ora di musica che ad ogni ascolto diventa più intensa, svelando dettagli inaspettati, di sicuro impatto.
(Luca Zakk) Voto: 8/10