(Metallic Media/Satanath Records) Quinto full length per questa one man band Russa, con una voce che molto spesso mi ricorda gli Immortal. Otto tracce (tre quarti d’ora) di black con importanti divagazioni melodiche e sinfoniche, spesso ambientali e avantgarde. Le canzoni sono un po’ il riassunto artistico del progetto, visto e considerato che sono state scritte tra il 2002 ed il 2014, ovvero anche prima dell’inizio dell’esistenza di Astarium (2005). Un album che sembra una colonna sonora per un film, o che è colonna sonora di se stesso, capace di dare vita ad un tunnel emotivo ricco di cambi, di percorsi, di situazioni, tutti elementi che un po’ allontanano dalla singola canzone e portano più verso l’opera di insieme. Sono tuttavia notevoli “Ex Nihilo”, un pezzo pieno di cambi e scenari diversi, l’oscura opener “Lyrian Selection”, la melodica e triste “Back To Katuar” e la trionfale “Dance Of The Agony”. Black ben suonato, ben curato, ben composto ma spesso registrato in maniera non ottimale, con le tante tastiere hanno un feeling un po’ povero, un po’ da computer scadente. Ma è anche vero che in una condizione da one man band non è sempre tutto facile o possibile e nel caso di Astarium quello che non viene dimostrato in registrazione è sicuramente confermato dalle notevoli capacità compositive di SiN, la mente dietro al progetto.
(Luca Zakk) Voto: 6,5/10