(Massacre Records) Nuovo lavoro per questa formazione dei dintorni di Parigi, la quale nel 2011 ha reclutato alla voce la brava Chaos Heidi e il batterista Vince Kreyder (Fairyland, Rosa Crux). Autori di un melodic metal che a momenti alterni sposta le proprie iniziative tra il gothic, il symphonic, il progressive metal e sequenze di riff power metal. Dopo la toccante e leggiadra “Will You Believe Me”, intro dell’album sviluppata con archi, pianoforte e la voce di Chaos Heidi, arriva la graffiante “Dead in Copenaghen”, con il ritornello che ti prende da subito e una struttura del brano abbastanza heavy metal; lo scenario è simile per “These Trees”, “The Herd” e “Just Before the Silence”. Le tastiere di Tony Dacaillon hanno ampio margine di movimento in “The Frozen Will” e “Against the Sand”, rese più o meno sinfoniche, mentre altrove i suoi inserimenti sono modulati anche da vivaci effetti e che rendono a seconda dei casi meno Epica e Nightwish il tutto. Da segnalare anche “Fishermans Day” un’acustica che rievoca scenari celtici e sicuramente l’atipica “Any Hypothesis”, la quale tocca i 9’ e mezzo e propone un taglio quasi progressive, o comunque sperimentale, e dove anche i solo delle chitarre e le tastiere hanno toni anni ’70. La conclusiva title track risponde perfettamente ai canoni di un melodic metal immediato e con una vocalità da symphonic metal, molto solenne. La nuova vocalist ha una voce versatile e molto spesso i musicisti le costruiscono la musica giusta intorno, mentre affronta tematiche che vertono sull’ambiente e il cambiamento climatico del nostro pianeta. L’album è prodotto in maniera eccellente, peccato solo per qualche pezzo non proprio riuscito, rispetto ad altri che propongono un’epica più accattivante. Insomma, “Fifty Years Later” è l’album di una band dal grosso potenziale non ancora del tutto espresso.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10