(AnnapurnA Production) Trent’anni per gli Ataraxia di Modena, ormai tra le band italiane più note del panorama indie mondiale. Nati come un progetto sospeso tra reminiscenze dark ed espressioni folk, poi anche sperimentali, gotiche e infine psichedeliche, gli Ataraxia hanno plasmato un sopund evocativo, soave, sognante. Un divenire negli anni, attraverso venticinque album in studio, calibrando il tiro dello stile per una serie di lavori da sempre accattivanti. “Quasar”, un titolo che guarda evidentemente al cosmo, all’altrove, ma un titolo che rappresenta di già un viaggio, uno spostarsi nel tempo per guardare appunto altrove, non senza dimenticare noi stessi. Un lavoro psichedelico e allo stesso tempo spirituale nei toni perché recupera melodie e litanie mistiche, dominato da synth e ambientazioni spaziali, per una scena sonora sospesa tra ambient, new wave, synth-wave. Docile “Iniziazione”, opener dell’album, mentre “nebula” danza su una chitarra acustica e un cantato angelico che trasporta la mente altrove. “Oneness” è il passeggiare per il cosmo, udendo melodie sognanti ma fredde. “Radiance” è un ambient di marca e “Sex Is a Prayer” ha dei contorni sacrali. Sono otto pezzi, contando la strumentale, maestosa e solenne “Timeline Collapse”, e tutti toccano le corde più candide e quelle meno semplici dell’animo dell’uomo e dell’universo che lo racchiude. Un piccolo gioiello.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10