(Xenokorp / Deadlight Ent./ Weird Truth Prod.) Manca un anno ai venti di attività per i francesi Ataraxie, una band vincolata al doom metal spesso gonfiato da idee funeral e occasionalmente death. Un sound da sempre interessante, anche nella maniera in cui la band presenta i suoni nei propri album, ora a quota quattro con “Résisgnés” e sul mercato ben sei anni dopo il precedente lavoro. Quattro pezzi da oltre o poco meno di venti minuti ciascuno, creano l’impianto musicale di “Résignés”. Un’epopea, una lunga divagazione nei territori del doom, dalle cadenze sepolcrali, meste, grigie. Proprio la sofferenza poi sembra essere al centro dei discorsi testuali e sonori dell’album. I testi sono di Jonathan Thery, basso e anche voce della band. Le ombre calano, la marcia è pesante e sofferente, in “People Swarming, Evil Ruling”, poi i toni diventano funeral doom e sembrano essere la sola direzione, per poi riprendere la marcia di cui si sopra. Poco più di ventuno minuti fatti di decadenza ma scorrevole nei modi. La title track si distingue per un crescendo che esplode in qualcosa che va ai limiti del black metal. Piuttosto forse una tempesta estrema, violenta. “Les Affres du Trépas” dura venticinque minuti, mentre “Coronation of the Leeches” poco più di diciannove. Quest’ultimo poi vede una struttura fatta da almeno un paio di accelerazioni, sempre sviluppata in un crescendo letale. Il brano più lungo dell’album ha invece un brio inatteso e con tremende e torbide atmosfere di carattere death metal, mentre il doom fuoriesce solo dopo e nel corso dello sviluppo del pezzo. C’è da prendersi del tempo per ascoltare “Résignés”. Proprio come dice il titolo, bisogna essere ‘rassegnati’ a immergersi nella traversata di una landa oscura, misteriosa, certamente ostile e dove ogni orrore è ben visibile.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10