(Temple Of Torturous) A cavallo tra il space-rock sperimentale, ambient e un po’ di sludge, ed un (bel) po’ di psichedelico. Sono spagnoli, sono in tre e materializzano quasi quaranta minuti di magia sonora concentrati in sole quattro canzoni. Ipnotici, sembra una jam session che incrocia Hawkwind, blues ed un po’ di metallo. Creano atmosfera. Alimentano l’atmosfera: batteria e basso che disegnano sentieri percorsi poi, in linea assolutamente non retta, da una chitarra semplicemente fantastica. La voce non è principale, non è la ragione di esistenza di questa band, tanto che appare veramente solo su due delle quattro tracce… ed è usata come gli strumenti, per creare lo scenario, per creare quel feeling, per intensificare l’ipnosi. Irresistibile “Blazava”, un sogno senza fine. Sogno che continua con “Kraken” e le sue divagazioni vocali. “Oceánica” è la più ambient, la più elettronica ma anche la più distorta e heavy. Chiude il viaggio spirituale di “Meeh” la quale esalta una monotonia senza fine che qui assume le sembianze di arte. Molto sound tradizionale. Ma anche molto di viaggio spaziale, sia fisico che mentale. Fantasmi di melodia che si succedono a suoni, una perversione che incrocia generi, che fonde Pink Floyd e Doors. Una lunghissima espressione creativa di musicisti di alto livello. Emozioni fuori controllo canalizzate in suoni sublimi, voci eteree, purezza musicale.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10