(Diamond Prod.) Nella mia recensione di “Chapter IV”, uscita non troppi mesi fa, avevo osservato come gli Athlantis avessero un album nel cassetto, pronto ma mai edito: eccolo qui, sottoposto a un restyling che ha riguardato sia la registrazione che gli arrangiamenti. Rispetto alla formazione del precedente disco, segnalo l’uscita di Pier Gonella, sostituito da Tommy Talamanca dei Sadist; ma il sound, questo raffinato heavy/power/prog tipicamente italiano, è esempre lo stesso. Pronti, via: “Delian’s Fool” mi ha molto ricordato (e con piacere) i vecchi Labyrinth, anche per una certa somiglianza nel timbro fra Joe Terry (sappiamo tutti di chi sto parlando) e Alessio Calandriello; valore aggiunto l’utilizzo del pianoforte. Sfrenati duelli fra chitarre e tastiere in “Battle of Mind”, un approccio classicamente heavy/power per la svelta “Wasted Love”. “Nightmare” è resa aggressiva dalla partecipazione di Trevor, sempre dai Sadist, anche se il clavicembalo stempera ottimamente la carica estrema; non abbonda di melodia la ballad “Angel of Desire”, che comunque ben si difende nel tessuto di questo disco arcigno e straight in your face. Qualche spunto prog in “Resurrection” prima che la melodica e conclusiva “Tragedy”, cover dei Bee Gees, veda una esibizione del sempreverde Roberto Tiranti. Il progetto Athlantis funziona davvero bene: eccellenza italiana da sostenere!
(René Urkus) Voto: 7,5/10