(Autoproduzione) Esordienti assoluti dalla Svizzera, gli Atomic Symphony costituiscono una band giovane (o almeno così appare nelle foto) e agguerrita: il loro esordio “Redemption” contiene forse qualche cliché evitabile, ma nel complesso non demerita. Non si risparmia “Lost Eden”, un prog magniloquente e molto basato sulle tastiere, con un vago tono orientale: solo è un po’ anonimo l’approccio vocale della cantante Jasmin Baggenstos. Emergono le chitarre nella successiva “Abyss”, molto debitrice dei Symphony X, ma capace anche di un originale ritornello. Intense scorribande strumentali per “Breathing Rage”, mentre è forse troppo lunga la power ballad “Face the Evil”, che scivola comunque godibilmente su toni rock. Immancabile la passerella strumentale (“Delusive Dreams”); l’unico brano che mi è sembrato davvero orientato verso i Dream Theater, indicati dalla band come fonte ispiratrice principale, è “Asylum”. Si chiude con i nove minuti di “Shattered”: non la solita suite, ma un brano dall’appeal a tratti cinematografico, con qualche virtuosismo non eccessivo e un buon refrain. “Redemption” è ‘un buon disco di progressive metal’: non so se ormai basti sul mercato (onestamente credo di no), ma non si può negare a questo album la sufficienza (e anche qualcosa di più).
(René Urkus) Voto: 6,5/10