(Nordavind) Le chitarre emettono riff lenti che si dilatano, come i cerchi sull’acqua creati dal cadervi dentro di un sasso. L’atmosfera è fredda, le melodie sono dei mantra epici, le ritmiche sono toniche ma modali. Il debut album degli Atrum Tempestas è costituito da soli tre brani, che raggiungono rispettivamente gli oltre quattordici, gli oltre sei e undici minuti di durata. Un atmospheric black metal puro, di marca finlandese, inscenato dal duo Perttunen-Kylmäaho. Cantanti (Perttunen è nei Catamenia dal 2010), musicisti, autori dei propri pezzi che si raggiungono toni semplici e comunque piacevoli in “Quitter Ceux Qui Ètaient Déjà Partis”, il brano più lungo. Struggente, ma simili a molte cose di band più titolate (Agalloch e Winterfylleth asd esempio). Ben diversa “S’Éclipser”, canzone più breve tra le tre e dal piglio ipnotico. Un refrain che si evolve e sembra dare una marcia assonnata all’insieme generale, con i suoni più netti e marcati. Il brano ha diversi cambi d’atmosfera e detiene un aspetto di tipo post black metal, cosa che si ripete nell’incipit di “Et Aprés… le Néant” dove il clima vira sul blackened. Le soluzioni compositive sono dinamiche, giocano sulle atmosfere e anche i suoni in alcuni casi vestono in modo caratteristico alcune parti, creando così un insieme suggestivo. Un insieme che mette in mostra un black metal sospeso tra stile vecchio e contemporaneo. Nessuna informazione sui testi, ma se avete notato i titoli in francese della band finlandese, la cosa si chiarisce con il fatto che Atrum Tempestas deriva da un’iscrizione latina di età romana, riscoperta in Marocco da un archeologo francese, tale Louis Chatelain. L’iscrizione recita “una tempesta oscura ripulirà il mondo di tutta l’umanità quando la sfera è allineata”. Musicalmente “Néant” si avvicina a questa teorizzazione e ne diventa un aspetto sonoro-descrittivo.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10