(XTREEM Music) Tornano i blackned deathsters americani. Arrivano al sesto album (senza contare EP e split) e si confermano poderosi, furiosi, letali. Con un vocalist che si esibisce in un perfetto growl, sono in un certo senso simili ad un crossover tra Carcass, Kreator, Morbid Angel e Suffication, garantendo quindi una letale dose di violenza, di devastazione, di olocausto, ma anche di tecnica e complessità esecutiva. Ottimo il lavoro di Ron Vento, che si occupa egregiamente di tastiere, chitarre e voce, oltre che curare la composizione di un disco che cattura, coinvolge e cancella qualsiasi concetto che possa far risalire ad idee di calma e relax. Dopo il validissimo intro, “God Like Redemption” non risparmia, non rilassa, ma crea devastazione. Il drumming è ricco di tecnica, e la velocità dei riff è identificativa dell’efficenza sonora della band. La title track che segue, si allinea alla precedente, offrendo però stacchi più cadenzati e delle teorie melodiche diverse, anche se ben radicate su riff death metal di scuola Death. Stupenda “Inducted Mutilation”, con la giusta tecnica, i riff perfetti e pure un tocco di inquietante tastiera. Opprimente e travolgente “Watchers From Above”, con quel ritornello ripetuto, crea preoccupazione, ansia, terrore. “This is the Way They Choose to Die” non fa prigionieri, mentre sono godibilissimi i veloci assoli presenti nel disco, in particolare quello di “Silent War”. La conclusiva “And to the Stars Returned” vanta riff memorabili, tempi che rallentano ed improvvisamente diventano assurdamente veloci, con un più una sessione ritmica capace provocare uno tsunami. Gradito ritorno, veramente benvenuto ed atteso. Dopo tre anni dal precedente “Timeline: The Beginning and End of Everything” era necessario scrivere un altro disco. E gli Aurora Borealis, non solo l’hanno fatto, ma lo hanno fatto con stile, esperienza e gusto per sonorità perverse.
(Luca Zakk) Voto: 7/10