(Pulverised Records) Altro passo in avanti. Definitiva maturità per questa band tedesca, autodefinitasi creatrice del genere “Trip Rock”. Musica profonda, ricercata. Viaggio psicologico che corre lungo gli oltre cinquanta minuti di musica ricca di intensità, di comunicazione, di sentimenti. Spesso riflessivo, spesso basato su un rock oscuro, ai confini con il gotico, con una voce clean che si lascia a volte sopprimere da un ottimo growl, questo disco -il sesto, o settimo contando “The Mute Sessions”)- è sostanzialmente raffinato, e genialmente complesso. Non si tratta di un ascolto ovvio. Tutto è così perfetto e ricercato, così elegante e curato. Ora decisamente più orientati verso sonorità pulite, non nascondono mai la doppia anima della band, quasi che nell’impostazione rilassata ed oscuramente idillica si celi una rabbia intrinseca che a volte riesce ad emergere e sconvolgere il suono, le emozioni, l’atmosfera. Ricordano in un certo senso certe fasi artistiche di Amorphis o Katatonia, certamente anche Anathema. L’album, registrato in maniera perfetta, con un grandioso valore aggiunto per ogni strumento, offre un costante groove, un suono sempre avvolgente, sempre coinvolgente, mai povero, sempre estremamente potente anche nei momenti più tranquilli o acustici. Dieci tracce stupende che regalano ulteriori perle di genialità su “Invisible Fields”, con la sua ritmica immensa, l’elaborata title track, la torturata “Cold Soul”, l’epica “A Place For Paper Diamons”. Un album oscuro, tragicamente romantico. Ricercato in tutti i più piccoli dettagli, compreso il ritorno ad alcuni testi in lingua madre, e la copertina stupenda curata da Travis Smith (Death, Nevermore, Katatonia, Strapping Young Lad, ecc). Un disco da ascoltare con abbandono. Con passione. Con dedizione. In cambio le emozioni provate saranno magicamente soprannaturali, sublimi, assolutamente imperdibili.
(Luca Zakk) Voto: 8/10