(Moonlight Records) Se avete predisposizione per uno stoner aggressivo e quasi dai toni crossover e corrosivi, allora non c’è bisogno di pescare da realtà della California o degli Stati del Sud a stelle e strisce, vi basterà il nuovo lavoro dei parmensi Avant-Gardener. Caotica, possente, scoppiettante nuova manifestazione di un sound arroventato, ruspante. Sinceramente le chitarre nei suoni mi ricordano i Kyuss, ma voglio precisarlo più come un merito e non una critica. Quel sound ferroso e che si gonfia, con quel lieve groove che ribolle dentro e un vero muro sonoro che si innalza e investe l’ascoltatore, tenendolo sulla corda con una serie di pezzi che si incalzano a vicenda e lo coinvolgono, anche se qualcuno di questi presenta solo energia e meno tratti distintivi. Tuttavia è selvatico il suonare degli Avant-Gardener, quasi primitivo, salvo per diverse eccezioni dove la band gioca a strutturare maggiormente il riffing, vedi le evoluzioni di “Shit On Your Crazy Zirconian”, canzone allegra e un po’ alla Queen Of The Stone Age. Esistono anche altri esempi di un certo interesse, come “Bear-Belly”, un tantino lisergica (avete presente Jon Spencer?) e più pacata ma sempre ruvida. Ruvidi, sembrano questo ed in ogni momento gli AG anche quando non sono una vera espressione stoner, ma solo dei brillanti casinisti. La cover di “Helter Skelter” dei Beatles posta a conclusione dell’album è il sigillo perfetto e, forse, il vero indizio di quel tipo di sonorità svampite e spensierate, prive di forme nette, con le quali son cresciuti.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10