(Nuclear Blast Records) Con libertà stilistica e senza scadenze di contratto, Tobias Sammet giunge all’ottavo capitolo dei suoi Avantasia, un progetto impegnativo che più volte lo stesso Sammet ha minacciato di sospendere. Dopo due episodi in qualche modo sotto tono, specialmente secondo gli standard di questa creatura, ovvero “The Mystery of Time” (recensione qui) e “Ghostlights” (recensione qui), torna qualcosa dall’essenza grandiosa. È innegabile che “The Scarecrow” è l’opera massima degli Avantasia, ed il doppio che ne fece seguito (“Angel of Babylon”/”The Wicked Symphony”) fu un capolavoro… per questo i due precedenti lavori non raggiungevano i livelli emozionali infiniti già toccati: è difficile salire più in alto se si è già all’apice, giusto? Ma l’andamento di un qualsiasi trend è altalenante e non contano i picchi momentanei, ma le singole direzioni… pertnato questo “Moonglow” inizia nuovamente a far salire la curva verso l’altro… forse non raggiungendo le vette, ma sicuramente offrendo più passione e sentimento degli album usciti dopo il 2010. Tanto per cominciare Tobias ha voluto più spessore e meno dispersione: se “The Scarecrow” vantava 14 ospiti al microfono, livelli poi mantenuti sempre più o meno alti, puntando più sul nome sensazionale (Bob Catley, Michael Kiske, Biff Byford, Joe Lynn Turner, Dee Snider o Geoff Tate) che sull’efficacia, con il nuovo lavoro la scelta è sicuramente innovativa ed in linea con la vastità del paniere sempre offerto da Avantasia, ma con molto più mordente e globale effetto; immancabile, per fortuna, Jørn Lande. Sublime Candice Night. Aggressivo Mille Petrozza … oltre alla consolidata grandezza, ormai non più nuova in questo contesto, di Geoff Tate, Michael Kiske e Bob Catley. L’album racconta la sua storia, una storia oscura e più criptica, più orientata ai brani che alla trasposizione musicale di un racconto, riprendendo i concetti già esposti con “Ghostlights”. Ma oltre al testo, oltre ai personaggi, oltre all’opera nello stretto senso del termine, cosa resta? Cosa emerge? Avantasia non è un progetto che sforna singoli. Non è la band con dieci buone canzoni dalle quali emergono degli hit. E non è tantomeno materiale dal quale cavare un singolo, come mamma Nuclear sta facendo da dicembre, pubblicando ben due potenziali hit. Per quel che mi riguarda, ogni disco di Avantasia è un insieme di capitoli da ascoltare… capitoli che si susseguono, il secondo dopo del primo, l’ultimo prima del penultimo… esattamente come un libro, un romanzo: non lo si può leggere a salto e tantomeno si può comprare o godere di un singolo capitolo prelevato nei paraggi della metà del volume. Tobias scrive libri musicali con questo spirito… ed un libro deve coinvolgere, appassionare, incollare il lettore dalle prime righe del prologo fino alla parola fine dopo l’epilogo. Sorpresa: finalmente questa alchimia sembra tornata, sembra succedere nuovamente… con prepotenza esagerata… e tutto questo senza forzare le guest vocals, senza basare tutto sulla performance dei vari guest! Potenzialmente si tratta di un album che può essere cantato dal vivo da un solo singer (che Tobias si sia messo al sicuro in vista delle ovvie difficoltà logistiche di un tour con un sacco di gente al seguito?), ma le varie parti sono comunque ricche di emozione, meno ‘dialogate’, meno legate a ‘scambi’, ma sicuramente decisamente piene di potenza. Parlando di capitoli… Intensa e teatrale “Ghost In The Moon”, possente “Book Of Shallows”, un brano power dove c’è uno stupendo contrasto tra le voci di Tobias, Mille Petrozza, Jørn Lande, Ronnie Atkins e Hansi Kürsch. Immensa Candice Night sulla title track, profonda e toccante “The Raven Child”, dove spicca il timbro vocale del grandioso Jørn. Melodica e ricercata “Starlight”, riflessiva “Invincible”, sferzante “Alchemy”, ricca di evoluzioni “The Piper At The Gates Of Dawn”. Gloriosa “Lavender”, scatenata e molto Helloween oriented “Requiem for a Dream”, prima della indovinatissima conclusiva “Maniac”, cover di Michael Sembello, dalla soundtrack di “Flashdance”. Torna la poesia. Torna il crescendo. Torna il magnetismo. Non siamo ancora a livelli rivelazione (la rivelazione successe oltre un decennio fa)… ma sicuramente il relax e la tranquillità compositiva di Tobias hanno dato i suoi frutti! Per coloro che si avvicinano solo ora ad Avantasia? Maledetti fortunati… non dimenticate di passare in rassegna la discografia! Ma fatelo a ritroso. Sarà un viaggio travolgente, emozionale e stupefacente!
(Luca Zakk) Voto: 8/10