(Debemur Morti Productions) Dopo un debutto che risale agli inizi dello scorso decennio, gli spagnoli Aversio Humanitatis si riaffacciarono sulla scena con un ottimo EP pubblicato 2017 (“Longing for the Untold”, recensione qui). Poi ancora silenzio, ma ora sono tornati e si ridefiniscono con il secondo full length in carriera, una piccola perla di oscurità tagliente, acida, ricca di di potenza, di tecnica, di brulla pulizia del suono, con un sentore marcatamente apocalittico. La radice blackned death metal, comunque poco rispettata nell’EP, qui si evolve con ulteriore personalità, senza finire minimanente nel black convenzionale, piuttosto abbracciando certe trame stilistiche tipiche del black di matrice francese: cinico, asfissiante, drammatico, con arrangiamenti complessi e tutt’altro che prevedibili. “The Weaver of Tendons” è furiosa, regala un drumming intenso e molto tecnico, lontano dai normali canoni black; la canzone sa anche seguire percorsi un po’ epici e vagamente sinfonici, pur mantenendo elevato l’assalto composto da meravigliose dissonanze. Graffiante ed infernalmente tetra “The Presence in the Mist”. Contorta e ricca di cambi repentini “The Sculptor of Thoughts”, intensa e destabilizzante “The Wanderer of Abstract Paths”, misteriosa e suggestiva “The Watcher in the Walls”, prima di una nuova ondata di epicità, questa volta infinitamente oscura, sulla conclusiva “The Scribe of Dust”, un brano con un tremolo tagliente ed una componente catchy irresistibile. Tecnica di altissimo livello. Musicisti capaci di comporre e suonare con chirurgica perversione… garantendo un ottimo supporto ad un vocalist dalla voce tenebrosa ed assolutamente crudele. Un black pregno di malvagità che attira con tirannide verso inferi immondi, giù fino ad abissi soffocanti, sempre nel segno della deviazione, dell’acerbità e di una totale immanità!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10