(Nuclear Blast Records) Saranno anche classificati come metalcore, deathcore… e, anche secondo la nuova tendenza, ‘blackened deathcore’, ma gli australiani Aversions Crown sanno come farsi distinguere, riconoscere, identificate. Furia totale. Apocalisse sempre e costantemente prossima, imminente. Tecnica virile e viscerale, capacità di destabilizzare, stordire ma anche sorprendere e, cosa non da poco, eccitare, coinvolgerne, stimolare grazie a passaggi dall’altissimo e caldissimo livello catchy. Un nuovo vocalist, americano, nuovi stimoli, la solita immensa tecnica e la clinica precisione sonora: il quarto album degli Aversions Crown è una mazzata poderosa, un piacere da ascoltare, uno stimolo immenso e marcatamente scatenante. Furia cieca e tecnica sopraffina con la opener “The Soil”, ma la tecnica aumenta di raffinatezza con “Born In The Gutter”, per poi esplodere in totale coinvolgimento con la superba “Paradigm”, brano capace di una parentesi tetra colossale, con un sapore vagamente industriale. La furia diabolica di “Caught In The System” diventa ancora irresistibilmente catchy, un brano dal gusto retro-death e compatibile con un headbanging doloroso. Contorta la title track, progressiva e melodica “Scourge Of Violence”, coinvolgente ed apocalittica “Hymn Of Annihilation”. Toni epici ed pregevolmente drammatici con “Sorrow Never Sleeps”, prima della conclusiva “The Final Judgement”, nella quale quella subdola componente sinfonica rende il brano un altro pezzo di punta dell’intero disco. Dimenticate il metalcore e quelle definizioni strampalate del metal moderno: gli Aversions Crown prendono il meglio del death e del black e lo fanno convergere in un metal moderno, pregiato, ultra tecnico ed infinitamente attuale!
(Luca Zakk) Voto: 8/10