(Osmose Productions) Dalla Osmose non mi aspetto altro che il meglio o quasi della produzione metal estrema mondiale, quindi il mio approccio con gli svedesi è cominciato con alte aspettative; anche perché proprio gli svedesi hanno ormai raccolto in eredità dai norvegesi l’onere di portare avanti il black metal puro. Ecco quindi gli Avslut, qui al debutto, che si cimentano con una decina scarsa di brani dalla forte componente estrema ed oltranzista, quasi tradizionale se mi si passa il termine. Tutto negli svedesi porta a pensare che i nostri siano andati a scuola dai Dissection e dai Watain, riprendendone di fatto l’approccio estremamente maligno e diretto eppur non scevro da continui rimandi a sonorità atmosferiche e strumentali. Il risultato, soprattutto per gli amanti del genere, è davvero di alto livello, penalizzato di fatto solo dal naturale inghippo che il gruppo non ha ancora fama nell’ambiente. Nessun prigioniero, qui si va diretti al male, puro e semplice, come semplici ma coinvolgenti risultano le linee strutturali delle canzoni, nate per impressionare e stupire più che per coinvolgere. Davvero un buonissimo disco, che gode del patrocinio di una etichetta che da priorità esclusivamente alla qualità. Ecco quindi suoni nitidissimi e missaggi ottimali per far godere l’ascoltatore di una esperienza sonora impeccabile. Da avere assolutamente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10