(Avantgarde Music / Unorthodox Emanations) Secondo album per Avtotheism, formazione bresciana dedita inizialmente al brutal death, per poi evolversi verso un technical death metal con inserti dark ambient, affine per alcune sonorità ad acts come i neozelandesi Ulcerate e gli australiani Portal. L’album si articola in due parti distinte, con i primi quattro brani composti nel 2022, mentre il quinto, lunghissimo pezzo è stato scritto tra il 2016 ed il 2017, durante la prima fase della carriera del gruppo. Un veloce e nervoso arpeggio apre “Multitudes Of The Sand I”, brano che si snoda tra riff contorti ed atmosfere gelide, con interessanti cambi di tempo appiattiti un po’ dalla voce, profonda al punto giusto ma in questo frangente poco incisiva in termini di espressività. Le cose vanno decisamente meglio con “Multitudes Of Sand II”, traccia più dinamica e dotata di linee vocali che ben si integrano con la parte strumentale. “Incarnations Of Hush” sposa alla perfezioni trame intricate alla Nile e dissonanze di matrice black, mentre “Upon Wrecks Of Desolation” è una traccia di pura, suggestiva ed atmosferica dark ambient. “Dogma Sculptured In The Flesh”, come detto precedentemente risale al 2017, quando la band proponeva un death in questo caso influenzato massicciamente dai Morbid Angel di “Gateways To Annihilation”, tra ritmiche brutali ed un lungo intermezzo rallentato, lugubre e marziale allo stesso tempo. Un album che necessita di alcuni ascolti per essere assimilato, risultando piuttosto ostico al primo impatto, ma rivelandosi molto interessante non appena si riesce ad entrarne nel mood.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10