(Steamhammer/SPV) Non amo particolarmente gli album live. Spesso, in questa epoca, sono prodotti strettamente commerciali, di scarso valore artistico. Una fila di canzoni suonate dal vivo, magari registrate in concerti diversi. Per me? Meglio l’album. Grazie. Però questo non è certo un mio giudizio definitivo. Ci sono i casi speciali. Quei casi unici. Casi come “Space Ritual” degli Hawkwind, una delle migliori opere discografiche di tutti i tempi. Ci sono alcuni live di Malmsteen. Di Ozzy. Ramones… Di Axel Rudi Pell! A undici anni di distanza dal suo ultimo album dal vivo (con 6 o 7 album in studio nel mezzo), esce questo “Live On Fire”. Adoro la musica di Axel, adoro il suo ultimo album “Circle Of The Oath” (QUI), e questo doppio CD mi sta facendo semplicemente impazzire. Alla stampa hanno mandato solo la versione audio, ma desidero, voglio, bramo ….devo procurarmi la versione con i DVD. E pure quella in vinile, perché certa musica, certi stili, e certi rocker suonano maledettamente meglio con una puntina su un piatto di nerissimo vinile. Un live album come non sentivo da diversi millenni. Un live album capace di trasmettere le sensazioni del concerto. Sono li, anche se non c’ero. Sudo tra la folla, anche sono seduto sul mio divano con le cuffie a palla mentre sorseggio un drink liscio. Canto ed incito la band assieme ad un pubblico del quale non ho fatto parte. Maledico -stramaledico- l’essermi perso, in questa corta vita, uno show del tour “Circle Of The Oath Tour 2012”. Mi odio. E chiedo perché. E non so rispondere. Una band di artisti di primissimo livello, che sta insieme da una vita (il membro più recente segue Rudi dal 1998, fanno 14 anni all’epoca della registrazione…). Una band compatta. Una band che invade il palco, annienta il pubblico offrendo uno spettacolo unico, completo, coinvolgente. E quando sei uno dei migliori chitarristi rock del mondo, quando sei capace di creare assoli immensi senza mai perdere d’occhio la potenza e l’insieme della canzone e, soprattutto, quando hai Johnny Gioeli alla voce, il risultato può essere solamente meraviglioso in studio così come dal vivo. Veramente non resisto, devo vedere i DVD, perché sembra abbiano messo telecamere ovunque, al fine di offrire sul televisore un dinamismo visivo che possa quasi sfiorare quello percepito dal vivo. Ci sono assoli, batteria, tastiera… Tonnellate di improvvisazioni. Ironia, tanta, scherzi, tantissimi. Una band che si diverte! Comunicazione con il pubblico. Un sacco di comunicazione con il pubblico. Quasi un dialogo. C’è di tutto, non so da dove iniziare. “Whole Lotta Love”… sentite Gioeli come la canta! E l’assolo di batteria? Hey, cosa combinano… nemmeno Gioeli lo capisce… roba da alcolizzati e drogati, lo dice lui! Il pubblico canta, urla, da solo, a ritmo -batteria che pompa mostruosamente-… fantastico. “Before I die”: non riesco a smettere di ascoltarla… e non riesco a smettere di ascoltare come Gioeli la introduce. Un opera stupenda, registrata in maniera perfetta, con un impatto sonoro micidiale. Una band che si racconta con la musica, con le parole, con l’improvvisazione, con una palese dimostrazione di superiorità stilistica, di classe, tanta classe, di purezza rock. Una band in forma, potente, grintosa. Esempio di rock, esempio di rockers. Professionisti di una forma di intrattenimento immortale. Musicisti, idoli, miti, artisti, performers, rockettari, giullari deviati di uno spettacolo ribelle. Chiamateli come diavolo vi pare. Ma questi sono tutto ciò di cui avete bisogno stasera, ieri sera, domani sera, domenica sera… ogni dannato giorno vissuto nel nome del rock’n’roll!
(Luca Zakk) Voto: 9/10