(Steamhammer / SPV) Come diavolo fa? Ma come diavolo fa? Come diavolo fa a ‘fare la stessa roba’ per ben 21 album e suonare ancora maledettamente fresco e brutalmente potente? Ed ancora: com’è possibile essere un axe man pazzesco e mantenere invariata la fantastica line up da almeno un decennio (il batterista è il più recente, tutti gli altri risalgono agli anni ’90… o ’80!). Come? COME? A quale demone avrà mai venduto l’anima Mr. Axel Rudi Pell? Se poi osiamo dare un’occhiata al calendario, alla cronologia, ecco che siamo solo agli inizi dell’anno… con il cover album “Diamonds Unlocked II” uscito appena la scorsa estate (recensione qui), mentre il precedente full “Sign of the Times” (recensione qui) non è riuscito ad invecchiare nemmeno 24 mesi! Dieci brani, dieci capolavori, nessun filler! Dopo il suggestivo intro a base di chitarra solista e keys trionfali, è “Survive” che lascia subito scatenare una band per la quale Gioeli continua ad essere il miglior vocalist che l’heavy metal vuole, esige, necessita! Riff iper classico ma irresistibile con l’incalzante e deliziosamente heavy “No Compromise”, altro brano che non si risparmia -ovviamente- dal punto di vista degli assoli. Tellurica ed irresistibile “Down On The Streets”, assoluto capolavoro “Gone With The Wind”, una classica power ballad di Axel, ricca di emozioni struggenti, interpretata divinamente dal vocalist, con attacchi heavy immensi, un ritornello intramontabile ed inserti di tastiere semplicemente magistrali. ‘Il diavolo è nei dettagli’, dicono, e questo detto trova conferma con la potente ma lineare “Freight Train”… un brano intenso, potente, metallico… che ama giocare proprio con seducenti dettagli sul main riff, cosa che rende il brano ancora più pesante oltre che maledettamente provocante! Rocambolesca “Follow The Beast”, intensa ed introspettiva la ballad “Fly With Me”, un brano che tra le altre cose conferma l’elevato livello qualitativo della registrazione di questo disco. Favoloso l’imprevedibile prog di “The Rise Of Ankhoor”, prima della maestosa, teatrale e conclusiva title track. Registrazione poderosa, copertina come al solito favolosa… tanto che sembra assurdo vedere delle foto di corredo così brutte (molto brutte!!!) e mal ‘photoshopppate’. Ma chi se ne frega? È la manopola del volume l’unica cosa che conta: va messa a palla e fine del discorso! In chiusura emerge quasi naturale una domanda: in chi o cosa credete? Un dio? Un demonio? Satana? Il dio dei norreni? Il dio dei cristiani? Qualche divinità mesopotamica o legata all’antico Egitto? Siete atei e credete solo nel caso? Bene… credete o meno un po’ in quel che vi garba… ma non dimenticatevi di ringraziare il vostro amico immaginario per averci donato un artista come Axel Rudi Pell!
(Luca Zakk) Voto: 10/10