(High Roller Records) Ecco qui, doveva succedere prima o poi: ho appena finito di ascoltare per la terza volta un album di classic heavy metal, e non ho provato NIENTE. I centoquindici minuti totali che ho passato con i canadesi Axxion sono scivolati su di me senza lasciare alcuna traccia. La band, del resto, non è esente da diversi difetti: la prestazione del singer Dirty D. Kerr mi pare abbastanza stentata, come se chiedesse continuamente troppo alla propria voce sui toni alti; inoltre la maggior parte dei pezzi ha un minutaggio troppo breve perché possano esprimersi pienamente; se ci aggiungiamo la solita produzione con batteria cartonata che generosamente noi recensori chiamiamo ‘vintage’, il quadro diventa impietoso… ma voglio fare una riflessione ulteriore, che sta già prendendo forma in un articolo che presto leggerete su questo portale. Anzitutto: questo disco esce per la High Roller, non certo l’ultima arrivata in fatto di classic metal, che vanta un catalogo di quasi 400 dischi; se anche la label tedesca ha iniziato a distribuire prodotti senz’anima come questo, siamo proprio alla frutta. Inoltre: di dischi come quello degli Axxion me ne saranno passati davanti, solo quest’anno, almeno una trentina. È il segno inequivocabile che il mercato è intasatissimo, e che quindi, anche per mera statistica, il livello generale delle uscite deve abbassarsi vertiginosamente… ma di questo, come detto, discuterò a suo tempo. Il fatto è che se un vecchio defender come me, che segue il mercato in modo capillare da qualcosa come dodici anni (e da semplice fruitore almeno da diciotto), non riesce ad emozionarsi neanche un minimo ascoltando un album, ormai la magia dell’heavy metal si è diradata. Per chiudere: gli Axxion sono la classica, scontata, trita band di metallo pesante che imita i modelli degli eighties. Come “Wild Racer” potete trovare altre centinaia di dischi, scegliere i canadesi è puro arbitrio di chi ha ancora i soldi per comprare musica. Onestamente non so che altro dirvi.
(Renato de Filippis) Voto: 5/10