(Vault of Dried Bones) Di sicuro non possiamo dire che gli Azothyst badino ai fronzoli. Il loro black è diretto come un pugno, forsennato e irrequieto come solo la musica estrema sa fare. Sei tracce, di cui 2 brevi strumentali, in cui si cerca di indagare sui lati peggiori dell’animo umano. Canzoni oscure eppure molto potenti, in cui la batteria corre come se non vi fosse futuro imminente, in cui la chitarra vomita riff come stesse lasciando questo mondo, dove la voce riecheggia potente e malvagia, enfatizzando così la connotazione malsana del platter. Un disco, come si diceva, che non ha lasciato spazio alcuno per qualsiasi orpello sonoro che non sia qualcosa di suonato effettivamente dal gruppo.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7/10