(Dust On The Tracks) La neue deutsche in fin dei conti è un modo per identificare la provenienza geografica di certa musica, cioè la Germania. La neue propone un industrial-goth-metal che è appunto una fusione a più livelli di elettronica e metal, con tutte le sfumature possibili e, il più delle volte, con il cantato in tedesco, soluzione che per qualcuno appesantisce l’atmosfera. Io in parte concordo, non so spiegarlo ma il cantano in tedesco ha qualcosa che non mi convince. Al di là di tutto però credo che questa soluzione confini in parte il movimento ad un mercato strettamente legato alla lingua teutone. I B.O.S.C.H. con “Apparat” (secondo album in cinque anni) si presentano con una certa varietà di elementi di stile tipici del movimento, cantato compreso. Le chitarre sono estremamente pesanti, molto metal ma a me sembra che si ripetano nel corso dei pezzi sulla tipologia del riffing. I synth hanno un sound ben pronunciato e a tratti aggressivo, buone alcune rifiniture e ponti tra le diverse parti, la band arrangia bene le canzoni, per il resto però non colgo essenziali novità, cosa che in un album di quattordici canzoni rischia di appesantire l’ascolto. Il buon uso dell’elettronica contribuisce a creare delle atmosfere gothic metal e a potenziare il muro sonoro delle chitarre (adorabile il lavoro svolto in “Giel”), ma è evidente la perplessità che mi lasciano le troppe derivazioni che si odono in giro e che non richiamano solo a qualche nome importante della neue, ma anche ad altri del panorama metal. Reputo “Apparat” un album piacevole per chi ama queste sonorità: arrangiato bene, suoni puliti e pieni, qualche canzone interessante. Non mi convince però la tenuta generale nei confronti di un pubblico che è al di fuori dei gusti verso la corrente musicale dalla quale proviene.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10