(Ripcord Records) Terzo EP per gli inglesi Ba’al, band con all’attivo solo un album, il corposo ed ottimo “Ellipsism” del 2020 (recensione qui). Violenti, disperati, atmosferici, estremi, imprevedibili, con suoni laceranti e voce al limite della disperazione, del collasso. Tre brani intensi, potentissimi, illimitatamente emozionali, espressi in un post black tumultuoso, tellurico, sempre accattivante, sempre sorprendente. Lasciarsi andare, lasciarsi avvolgere dall’oscurità: tormenti, ombre, immagini di esseri diabolici che ci circondano: sarà un’immaginazione deviata? Una irreversibile realtà? Rimane il dubbio, rimane la definizione della crudeltà, quei sonni disturbati, verso la psicosi, verso l’esclusione, verso l’isolamento, verso il puro e vero dolore, quello che definisce, che plasma. Quello che uccide. Tre brani che sono tre storie scritte, vissute e narrate del mistico momento del crepuscolo, dall’istante delle tenebre, dal tramonto fino a molto prima di un’alba che forse non verrà mai. “Soft Eyes” è forse la loro espressività musicale più forte, più ricca di emozioni, più brutalmente stimolante e diabolicamente provocante. Certo, sono solo tre brani, poco meno di mezz’ora… ma si tratta di un viaggio sonoro irresistibile, pungente; tre brani micidiali, tre esperienze sonore che lasciano il segno; tre brani imponenti, tra black e doom, tra sludge e ambient, tra noise e goth: qualsiasi forma sonora che descriva, definisca e meravigliosamente scolpisca i segreti che si celano, pericolosamente sensuali, nei meandri delle tenebre, negli angoli remoti lontani dalla luce del giorno, dal calore di quella antica stella morente.

(Luca Zakk) Voto: 9/10