(Iron Shield Records) I tedeschi Backwater erano attivi a metà degli anni ’80: la loro burrascosa carriera li ha portati due volte a cambiare monicker e in parte stile, e oggi i nostri ritornano con il nome originale e un disco nuovo di zecca. Tuttavia, se cercate analogie con gli album di 30 anni fa, non potrete che restare delusi. “Arise” è un heavy/thrash rumoroso e potente, con un tocco troppo moderno per i miei gusti (ma qui siamo naturalmente nel campo delle opinioni personali). “Run or die” finisce per essere così un modern thrash molto americano, mentre la titletrack sconfina in qualcuno di quei generi che finiscono per ‘core’ e che non voglio né nominare né conoscere. Dal canto suo, un pezzo come “Aliens Blood” è uno schiacciasassi inarrestabile, con un bel groove, mentre “Grizzly Bear” è l’unico brano con un andamento più classico, vagamente Sabbath. Non mi piace invece “Burn”, che arriva ad avere un sound quasi ‘gommoso’, però è simpatica la vaga incursione nell’heavy’n’roll di “Crush”. Insomma, un disco altalenante, che però sicuramente NON è fatto per i defenders e per chi amò la band all’epoca dei primi dischi.
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10