(Mordgrimm) Un EP di puro, purissimo doom, pieno di marciume, di decadenza, di lentezza ossessiva. Il debutto degli Americani Balam non lascia spazio a dubbi: pesantezza ai limiti della fisica, suoni putrefatti, riff ossessivi, ed un cantante estremamente valido, con una voce pulita molto bella, e decisamente performante. Il CD contiene solo tre pezzi, i quali riescono comunque a coprire mezz’ora di mortale ambientazione sonora. “The Followed” che per oltre metà dei suoi otto minuti è una marcia funebre lenta fino ai limiti della morte, si scatena con un’energia spiazzante, deviando su improvvisi rallentamenti, acuti del cantante ed un sound che risulta sempre estremamente tetro ed annichilente. “Soul Scour” è ancora più lunga. Dieci minuti costruiti su riff inquietanti, ansiosi, supportati da un basso sporchissimo ed un cantato che si rivela paradossalmente quasi angelico in questo banchetto di decomposizione sonora figlia di un eretismo ai limiti del fanatismo. La conclusiva “Dark Door” completa la serie di durata crescente, superando il limite dei dodici minuti. Dopo un inizio affidato interamente ad una batteria lenta e lacerante, si sviluppa su tematiche affidate a tempi sempre lenti, con cadenze penetranti, capaci di disturbare la psiche dell’ascoltatore. E’ ipnotico e psichedelico il doom dei Balam: tradizionale ma innovativo, una innovazione che inietta crudeltà e perfidia, garantendo all’ascoltatore un prodotto forgiato tra i gironi dell’inferno, concepito per stuprare la pace del paradiso, cospargendo nero catrame su tutto ciò che respira, vive, spera.
(Luca Zakk) Voto: 8/10