(My Graveyard/Masterpiece) Secondo disco per i varesini Balrog, che – sempre accasati presso la My Graveyard Productions – pubblicano il seguito del loro debut “A dark Passage”. Devo ammettere che il primo album non mi aveva colpito in modo particolare, ma questo “Miserable Frame” è una mazzata coi controfiocchi, una scarica di adrenalina senza soste che, per quel che mi riguarda, catapulta immediatamente la band fra le più interessanti realtà emergenti del Belpaese. “Blood Feud” è una violentissima valanga di power/thrash con cambi di tempo e chitarre incalzanti; un brano ben costruito che dimostra le grandi capacità di scrittura della band. La titletrack aggiunge al sound quel tocco retrò che non basta mai; “Dark City” (bellissima l’intro) e “Delirium Insomniae” incupiscono ulteriormente l’atmosfera con ritmiche serratissime e un cantato al confine con il growling. Convincono in particolare le parti strumentali di quest’ultimo brano. Anche “Wings of Debauchery” si diverte a mischiare le carte in tavola: il risultato è un brano assai cangiante, che tocca in diverse misure sia il progressive che il black. Lo strumentale semi-acustico “Dealing with the Tempest” prende il posto della ballad, prima della conclusiva “Company of Death”, un altro macigno di potenza oscura. Ho parole di lode in particolare per la ruggente interpretazione del singer Stefano Castagna, a suo agio praticamente con tutti i registri possibili; e se con tutto questo non vi ho convinto ad acquistare “Miserable Frame” non so proprio che altro dirvi…
(Renato de Filippis) Voto: 8/10