(AMS Records / BTF Vinyl Magic) Colonna sonora inedita del banco del mutuo soccorso del 1981, pubblicata per la prima volta in assoluto in formato fisico. “Greggio e Pericoloso” esce infatti in vinile nero con inserto 30x30cm; note di copertina a cura di Mox Cristadoro.
“Greggio e Pericoloso” è un romanzo fanta-economico scritto da Roberto Vacca nel 1975 e ridotto a miniserie televisiva dalla Rai nel 1981. I Banco del Mutuo Soccorso furono scritturati per le musiche della serie TV. La prima parola che mi viene in mente ascoltando questa ultima uscita della band è “libertà”. La band è libera, non si sa bene da cosa. Forse dall’estetica musicale e culturale che permeava quei tempi ibridi. Nel 1981 ancora non si era pienamente avviluppati dagli anni ’80, molti artisti “vecchi dinosauri” dovettero scendere a compromessi per sopravvivere artisticamente. Scegliere tra libertà e successo, alcuni come i Genesis sono andati verso il successo planetario, altri come i Gentle Giant, i Van Der Graaf Generator, gli Osanna e decine di altre band italiane e internazionali sono semplicemente scomparse, altri hanno continuato mantenendo un basso profilo e muovendosi a tentoni, stentando non poco. Tra questi appunto i BMS, che all’epoca erano già solo Banco, Le Orme, i PFM, lo stesso Peter Hammill, ecc.
Forse la band era anche libera dalle pressioni della casa discografica, nel senso che, dovendo fare una colonna sonora senza scopi di vendita, potevano divertirsi a sperimentare come ai vecchi tempi. Forse erano liberi da loro stessi, potevano esprimere i loro cambiamenti, del proprio linguaggio musicale. Erano tutti musicisti maturi, accettare i cambiamenti fisiologici e proporli al pubblico è liberatorio. Tutto ciò si percepisce nei brani suonati, l’interplay tra i musicisti e fluido, c’è un ottimo affiatamento.
Le sonorità sono una via di mezzo tra “Canto di Primavera” del 1979, “Urgentissimo” del 1980 e “Buone Notizie” del 1981. Sembra inoltre, non so se è fatto di proposito, che ci sia una sorta di divisione dei ruoli e delle composizioni tra i due fratelli tastieristi, nei brani suonati dall’intera band, dove è presente una struttura, prevale il lavoro pianistico di Gianni Nocenzi, di stampo jazz-rock. Nei brani sperimentali, più ambient come dire, a farla da padrone sono i sintetizzatori di Vittorio. Di buon gusto e appropriati allo scopo di colonna sonora, gli effetti sui piatti, ride della batteria e i vari kit percussivi, arricchiscono ulteriormente la sonorità globale.
Mi ha deluso la copertina. Dopo 43 anni mi sarei aspettato una cover più elaborata, accattivante, idem per le immagini interne: il volatile e la spiaggia intrisi di petrolio, a mio parere banali, avrebbero potuto osare di più. Trovo anche incomprensibile il fatto che non abbiano dato un nome alle canzoni ma semplicemente un numero. Capisco che si tratta di un commento sonoro, ma perché non essere più creativi al riguardo? All’epoca avrebbe potuto occuparsene Di Giacomo, dato che in questo lavoro lui non è presente, come fece per “…di terra”, disco del 1978, i cui titoli dei brani strumentali componevano una breve poesia. Se invece si tratta di una scelta attuale, non credo che a Nocenzi e i suoi collaboratori mancassero le idee. Il fatto di non dare i titoli li rende un po’ privi di una loro identità. Questo se da un lato accresce quel senso di angoscia, di atmosfera distopica, per via dell’argomento trattato nel libro e nella serie TV, dall’altro, rende il lavoro nella sua interezza e i singoli brani, anonimi, come se fossero solamente parte di una colonna sonora e non avessero una propria dignità di ergersi a “canzoni”, appunto, sono solo tracce. Questo è altro, rende per me molto discutibili varie scelte del BMS da qualche decennio a questa parte.
(Vito Lupo) Voto: 7/10