(Steel Gallery) La Grecia è ancora il santuario di certo heavy metal vintage, rimasto ai suoni e alle atmosfere degli eighties: che sia un bene o un male, signori, è così. I Bandemonic (QUI è recensito il loro ep “Chains”) tengono viva la sacra fiamma, e tanto mi basta: va pure segnalato che, rispetto al debut, ci sono stati significativi miglioramenti sia nel songwriting che nella cura per gli arrangiamenti. Dopo una intro affidata al violino, “Torment” vuole essere vicina al sound dei Jag Panzer, e rende bene le atmosfere dell’us metal più corrosivo: gli acuti di George Manthos ricordano abbastanza quelli di James Rivera. Classici come si deve riff e refrain in “Disingenuous”; martellante “Martyr”, quindi “Burn the Witch” introduce nel sound qualche leggero tocco horror/doom. Sprazzi di Metal Church (e forse anche di Iced Earth, fatta salva la profonda differenza nella produzione) in “Inner Battle”; i greci sparano le cartucce migliori nel finale, prima con la cangiante “Bullet”, che ha un vago feeling progressivo, e quindi con la lunga e potente “Guardians of Time”, quasi otto minuti fra sezioni acustiche e ripartenze grintose. Cinquanta minuti di sano heavy metal: a volte basta questo per un buon disco.
(René Urkus) Voto: 7/10